Lippi Filippo - Madonna con Bambino, angeli, santi e donatore

 
CODICI
ID Scheda771605
 
LOCALIZZAZIONE
RegioneVeneto
Provincia
Comune
Contenitore
Denom. spazio viabil.Campo San Vio, Dorsoduro 864
Raccolta
Collocazione specificaSala del Rinascimento toscano
 
INVENTARIO
Numero40013
 
PROVENIENZA E ALTRE LOCALIZZAZIONI
Tipo di localizzazioneprovenienza
RegioneToscana
ProvinciaFI
ComuneFirenze
RaccoltaCollezione Alfonso Tacoli Canacci
Data ingresso1798 ante
Tipo di localizzazioneprovenienza
RegioneToscana
ProvinciaFI
ComuneFirenze
RaccoltaCollezione Pietro Tacoli Canacci
Tipo di localizzazioneprovenienza
RegioneEmilia-Romagna
ProvinciaMO
ComuneModena
RaccoltaCollezione Adele Bagnese Bellincini
Data uscita1942
Tipo di localizzazioneprovenienza
RegioneVeneto
ProvinciaVE
ComuneVenezia
ContenitorePalazzo Cini
RaccoltaCollezione privata Vittorio Cini
Numero di inventarioVC 3415
Data ingresso1942
Data uscita1977
Tipo di localizzazioneprovenienza
RegioneVeneto
ProvinciaVE
ComuneVenezia
RaccoltaCollezione Yana Alliata di Montereale
Numero di inventarioVC 3415
Data ingresso1977
Data uscita1981
 
AUTORE
Nome scelto
Dati anagrafici1406 ca./ 1469
Motivazione attribuzionebibliografia
AMBITO CULTURALE
Altre attribuzioniMaestro della Madonna del Castello Sforzesco
 
OGGETTO
Definizione
TipologiaDipinto
 
SOGGETTO
IdentificazioneMadonna con Bambino, angeli, santi e donatore
 
DATI TECNICI
Materia e tecnica
MISURE
Altezza47.1
Larghezza36
 
CRONOLOGIA
Secolosec. XV
Frazione di secolosecondo quarto
Data1432
Validitàca.
Motivazione cronologiabibliografia
Altre datazioni1430 ca.
Altre datazioni1437
Altre datazioni1440 ca.
 
 
STATO DI CONSERVAZIONE
Stato di conservazionebuono
 
DATI ANALITICI
DESCRIZIONE
Indicazioni sull'oggettoAnconetta dipinta di devozione privata su cui non sono purtroppo note le vicende di committenza.
Indicazioni sul soggettoLa presenza di un laico abbigliato in nero nel primo piano della scena ha dato adito a varie ipotesi. Jeffrey Ruda (1993) ha ipotizzato che il committente si chiamasse Angelo, per giustificare l’accoglienza da parte di un angelo. Per Miklós Boskovits (in Masaccio 2002) potrebbe esservi raffigurato l’addio al secolo da parte di un giovane che stava per fare i voti ed entrare in convento. De Marchi (2016, p. 127) da ultimo argomenta in opposizione all'ipotesi seconda la quale, vista la presenza in primo piano di una singolare commendatio animae, con un giovane personaggio in abito scuro che si genuflette e viene accolto con le braccia protese e il corpo chino da un angelo, il dipinto potesse essere una bandinella confraternale, «a meno che non si tratti dell’omaggio al priore della compagnia laicale» .
L’ambientazione del gruppo sacro, composto da una vasta schiera di santi non sempre facilmente riconoscibili, in una scarsella, nel luogo presbiteriale, secondo Millard Meiss (1971) inaugura un filone che trovò il suo sviluppo monumentale nella Pala Montefeltro di Brera di Piero della Francesca; sottintesa è l’identificazione della Vergine come Mater Ecclesiae, presente anche in un affresco della scuola di Gentile da Fabriano già in Santa Margherita a Treviso, forse del giovane Pisanello, e nella pittura fiamminga.
ISCRIZIONI
Classe di appartenenzadocumentaria
Tecnica di scritturaa pennello
Tipo di caratterinumeri arabi, lettere capitali
Posizioneverso
Trascrizione«185 A 36»
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Notizie storico criticheL’opera è un tassello fondamentale della ricostruzione della giovinezza di Fra Filippo Lippi, oggetto di studi pionieristici di Mario Salmi (1936), Giuseppe Fiocco (1936) e Georg Pudelko (1936) attorno a opere come la tavoletta di Empoli e la lunetta Trivulzio, quando ancora questo dipinto non era conosciuto. Fu resa nota per la prima volta da Mary Pittaluga (1949) e in seguito ripubblicata in importanti contributi da alcuni dei maggiori studiosi del Novecento, come Cesare Brandi (1949), Licia Collobi Ragghianti (1950), Bernard Berenson (1950) e Carlo Volpe (1956). La critica ha riconosciuto in essa un elemento fondamentale per comprendere un periodo complesso ed articolato dell'artista come quello che verte intorno al soggiorno padovano, ove Filippo subì la profonda impressione delle opere di Donatello. Tuttavia nella letteratura critica la tavoletta fu scalata cronologicamente lungo tutto l'arco del quarto decennio, fino a giungere persino ai primordi del quinto. I molteplici confronti e avvicinamenti che è infatti possibile instaurare con numerose altre opere hanno più volte indotto gli studiosi a ripensamenti e aggiustamenti, sebbene ad oggi sembra assestata una datazione al 1432, come aveva inizialmente proposto Pittualuga. L'eco più evidente di cui risente l'opera è indubbiamente quella massaccesca - non è un caso che nell'inventario della collezione Tacoli Canacci presso cui il dipinto era almeno dalla fine del Settecento, esso era segnalato proprio come Masaccio - dal momento che l'ambientazione ardita entro un cubicolo architettonico dallo scorcio prospettico così ardito e la ponderosità delle numerose figure rimandano a opere come il Polittico di Pisa, ma anche agli affreschi della Cappella Brancacci e a numerose altre opere, in particolare scultoree, realizzate da Masaccio e Donatello proprio negli anni appena precedenti l'inizio degli anni trenta. Gli studi, in particolare, hanno da sempre avvicinato la tavola lippesca alla Madonna Hildburgh di Donatello, opera che conobbe una grande fortuna già al tempo e con la quale il dipinto Cini è in evidente debito per l'ambientazione prospettica, e con il rilievo per Piermarino Brancadori di Luca della Robbia, oggi conservato in una collezione privata torinese (sulle opere si vedano da ultimo Cavazzini, in Donatello 2022, pp. 176-183). L'affinità tra queste opere risiede nello spazio architettonico, debitore nei confronti dei grandi modelli classici, ma la cui resa evidentemente tradisce la conoscenza del rilievo stiacciato prospettico che Donatello propugnava a Firenze almeno dalla celebre predella del San Giorgio del 1417. Anche da un punto di vista più strettamente stilistico la tavoletta Cini ben si accorda con le prime opere realizzate da Fra Filippo tra il terzo e il quarto decennio del secolo: in strettissima continuità si possono menzionare il trittico del Fitzwilliam Museum di Cambridge, con le sue figure dalle masse abbondanti; l'anconetta di Emoli, che condivide con quella Cini un'impostazione spaziale molto simile, benché in qualche modo meno ariosa, soffocata dalle numerose figurette che affollano la scena; la Madonna Trivulzio dello Sforzesco di Milano, databile almeno al 1530. Come sottolineato da De Marchi, nel dipinto Cini risiedono già le principali caratteristiche della pittura degli anni seguenti i Fra Filippo: «Del tutto particolare è il modo di giocare con l’illuminazione di striscio sulle creste dei panneggi, che quasi si sfarinano in un’instancabile animazione di minimi trapassi e addentramenti e accidenti, e pertanto segnano la clamorosa rottura rispetto agli eleganti ritmi ghibertiani, ma anche un modo del tutto particolare di rielaborare in maniera artificiosa le potenti modellazioni donatelliane e masaccesche. In tale sofisticata maniera è già la cifra di tutto il Lippi seguente, divagante e innamorato degli accidenti, «gratioso et ornato et artificioso sopra modo» (secondo le parole di Cristoforo Landino)» (De Marchi 2022, p. 130).
 
 
ACQUISIZIONE
Tipo acquisizionedonazione
Data acquisizione1981
 
CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazione genericaproprietà privata
 
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
FOTOGRAFIE
Generefotografia allegata
Tipofotografia digitale
AutoreDe Fina Matteo
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaArchivio digitale Collezioni
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
PosizioneFD 40013-3
Generefotografia allegata
Tipofotografia digitale
AutoreDe Fina Matteo
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaArchivio digitale Collezioni
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
PosizioneFD 40013-2
Generefotografia allegata
Tipofotografia digitale
AutoreDe Fina Matteo
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaArchivio digitale Collezioni
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
PosizioneFD 40013-4
Generefotografia allegata
Tipofotografia digitale
AutoreDe Fina Matteo
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaArchivio digitale Collezioni
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
PosizioneFD 40013-5
Generefotografia allegata
Tiponegativo b/n
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaArchivio negativi
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
NegativoNFGC 50622
PosizioneSDNFGC 50622
BIBLIOGRAFIA
Citazione completaM. Pittaluga, Filippo Lippi, Firenze 1949, p. 201.
Citazione completaL. Collobi Ragghiani, in Lorenzo il Magnifico e le arti. Mostra d’arte figurativa antica (Firenze, Palazzo Strozzi), a cura di L. Collobi Ragghianti, Firenze 1949, p. 18.
Citazione completaC. Brandi, Le mostre di Lorenzo il Magnifico, in «L’Immagine», 1949, 12, pp. 185-186.
Citazione completaB. Berenson, Zanobi Macchiavelli, in «The BurlingtonMagazine», XCIII, December 1950, 573, p. 346, nota 4.
Citazione completaM. Meiss, Jan van Eyck and the Italian Renaissance, in Venezia e l’Europa, atti del xviii congresso internazionale di storia dell’arte (Venezia, 1955), Venezia 1956, p. 64 nota 1, fig. 15.
Citazione completaC. Volpe, In margine a un Filippo Lippi, in «Paragone», VII, 1956, 83, p. 44.
Citazione completaM. Pittaluga, Filippo Lippi, voce in Enciclopedia Universale dell’Arte, VIII, Roma 1958, col. 624.
Citazione completaC.H. Shell, The early style of Fra Filippo Lippi and the Prato Master, in «The Art Bulletin», XLIII, 1961, 3, p. 209, nota 31.
Citazione completaB. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. A List of the Principal Artists and Their Work with an Index of Places. Florentine School, 2 voll., London 1963, i, p. 114, tav. 845.
Citazione completaF. Valcanover, Venezia, Conte Vittorio Cini. Dipinti e arredi italiani, in Le grandi collezioni private, a cura di
D. Cooper, introduzione di K. Clark, Milano 1963, p. 92.
Citazione completaG.H. Goodison e J.W. Robertson, Fitzwilliam Museum, Cambridge. Catalogue of Paintings, Italian Schools, II, Cambridge 1967, p. 86.
Citazione completaH. van Os, Maria Demut und Verherrlichung. Sienesischen Malerei 1300-1450, The Hague 1969, p. 126, nota 156.
Citazione completaE. Battisti, Piero della Francesca, Milano 1971, I, p. 511, nota 432.
Citazione completaM. Meiss, La Sacra Conversazione di Piero della Francesca, Firenze 1971.
Citazione completaP. Zampetti, Giovanni Boccati, Milano 1971, p. 27, tav. 135.
Citazione completaM. Marchini, Filippo Lippi, Milano 1975, pp. 16, 19, 21, 95, 163, 165, 167 e 199-200, cat. 7, fig. 11.
Citazione completaM. Meiss, Jan van Eyck and the Italian Renaissance, in Id., Painter’s Choice. Problems in the
Interpretation of Renaissance Art, New York 1976, p. 34, nota 18.
Citazione completaE.W. Rowlands, Filippo Lippi’s Stay in Padua and its Impact on his Art, Ph.D. Dissertation, Rutgers University, 1983, pp. 9-10.
Citazione completaEarly Italian Paintings and Works of Art, 1300-1480, catalogo della mostra (London, Matthiesen Fine Art Ltd), a cura di C. Volpe, London 1983, pp. 47-48, fig. 29.
Citazione completaF. Zeri, M. Natale, Dipinti toscani e oggetti d'arte della collezione Vittorio Cini, Vicenza 1984, pp. 21-23, cat. 13.
Citazione completaK. Christiansen, New Light on the Early Work of Filippo Lippi, in «Apollo», CXXII, 1985, 285, p. 343.
Citazione completaM. Boskovits, Fra Filippo Lippi, i carmelitani e il Rinascimento, in «Arte cristiana», LXXIV, 1986, 715, pp. 237, 240 e 247 nota 22.
Citazione completaG. Fossi, Filippo Lippi, Firenze 1989, p. 44, nota 8.
Citazione completaE.W. Rowlands, Filippo Lippi and his Experience of Painting in the Veneto Region, in «Artibus et historiae», X, 1989, 19, pp. 69 e 82 nota 63.
Citazione completaM. Sframeli, in L’età di Masaccio. Il primo Quattrocento a Firenze, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Vecchio), a cura di L. Berti e A. Paolucci, Milano 1990, pp. 208-209, cat. 74.
Citazione completaG. Gentilini, I della Robbia. La scultura invetriata nel Rinascimento, Firenze 1992, pp. 22-23.
Citazione completaJ. Ruda, Fra Filippo Lippi. Life and work with a complete catalogue, London 1993, pp. pp. 62 e 371-372 figg. 25 e 203.
Citazione completaA. De Marchi, Un raggio di luce per Filippo Lippi a Padova, in «Nuovi studi», I, 1996, 1, p. 11.
Citazione completaM.P. Mannini, Filippo Lippi. Catalogo completo, Firenze 1997, pp. 88-89.
Citazione completaM. Holmes, Fra Filippo Lippi. The Carmelite painter, New Haven 1999, pp. 59 e 61.
Citazione completaM. Boskivits, in Masaccio e le origini del Rinascimento, catalogo della mostra (San Giovanni Valdarno, Casa Masaccio), a cura di L. Bellosi, Milano 2002, pp. 186-189, cat. 30.
Citazione completaA. De Marchi, in Masaccio e le origini del Rinascimento, catalogo della mostra (San Giovanni Valdarno, Casa Masaccio), a cura di L. Bellosi, con la collaborazione di L. Cavazzini e A. Galli, Milano 2002.
Citazione completaF. Ortenzi, in I della Robbia. Dialogo tra le arti nel Rinascimento, catalogo della mostra (Arezzo, Museo Nazionale d'arte medievale e moderna), a cura di G.Gentilini, Milano 2009, pp. 117,317, cat. 14.
Citazione completaV. Buonocore, Il marchese Alfonso Tacoli-Canacci “onesto gentiluomo smaniante per la Pittura”, Reggio Emilia 2005, p. 104, fig. 79.
Citazione completaA. Galli, in Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le arti a Siena nel primo Rinascimento, catalogo della mostra (Siena, Santa Maria della Scala), a cura di M. Seidel et al., Milano 2010, p. 290.
Citazione completaM. Tamassia, in Beato Angelico et le maitres de la lumiére, catalogo della mostra (Parigi, Musée Jacquemart-André) a cura di G. Damiani, Parigi 2011, pp. 122-123, cat. 14.
Citazione completaM. Boskovits, in The Alana Collection. Italian Paintings and Sculptures from the Fourteenth to Sixteenth century, a cura di M. Boskovits, II, Florence 2011, p. 156.
Citazione completaA. De Marchi, in La Galleria di Palazzo Cini, a cura di A. Bacchi, A. De Marchi, Venezia 2016, pp. 126-131, cat. 24.
Citazione completaBotticelli and the research of the divine, catalogo della mosta, a cura di di A. Cecchi J.T. Spike, Firenze 2017, pp. 78-81, cat. 3.
Citazione completaL. Cavazzini, in Donatello. Il Rinascimento, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi-Museo del Bargello), a cura di F. Caglioti, Venezia 2022, pp. 182-183, cat. 4.7.
MOSTRE
TitoloLorenzo il Magnifico e le arti
LuogoFirenze, Palazzo Strozzi
Data1949
TitoloL'età di Masaccio. Il primo Quattrocento a Firenze
LuogoFirenze, Palazzo Vecchio
Data1990
TitoloMasaccio e le origini del Rinascimento
LuogoSan Giovanni Valdarno, Casa Masaccio
Data2002
TitoloI della Robbia. Dialogo tra le arti nel Rinascimento
LuogoArezzo, Museo Nazionale d'arte medievale e moderna
Data2009
TitoloBeato Angelico
LuogoParigi, Musée Jacquemart-André
Data2011-2012
TitoloBotticelli and the research of the divine
LuogoWilliamsburg, Muscarelle Museum of Art
LuogoBoston, Museum of Fine Arts
Data2017
Data2017
TitoloDonatello. Il Rinascimento
LuogoFirenze, Palazzo Strozzi-Museo del Bargello
Data2022
TitoloFra Angelico and the Rise of Florentine Renaissance
LuogoMadrid, Museo Nacional del Prado
Data2019