Maestro della Croce di Trevi - Storie della Passione di Cristo (Cristo deriso; Flagellazione; Crocifissione)

 
CODICI
ID Scheda651815
 
LOCALIZZAZIONE
RegioneVeneto
Provincia
Comune
Contenitore
Denom. spazio viabil.Campo San Vio, Dorsoduro 864
Raccolta
Collocazione specificaSala dei Primitivi
 
INVENTARIO
Numero40061
 
PROVENIENZA E ALTRE LOCALIZZAZIONI
Tipo di localizzazioneprovenienza
RegioneToscana
ProvinciaFI
ComuneFirenze
RaccoltaAntiquario Alessandro Contini Bonacossi
Data uscita1955
Tipo di localizzazioneprovenienza
RegioneVeneto
ProvinciaVE
ComuneVenezia
ContenitorePalazzo Cini
RaccoltaCollezione privata Vittorio Cini
Numero di inventarioVC 3617
Data ingresso1955
Data uscita1977
Tipo di localizzazioneprovenienza
RegioneVeneto
ProvinciaVE
ComuneVenezia
ContenitorePalazzo Cini
RaccoltaCollezione Yana Cini Alliata di Montereale
Numero di inventarioVC 6317
Data ingresso1977
Data uscita1985
 
AUTORE
Nome scelto
Dati anagraficiAttivo nella prima metà del XIV secolo
Motivazione attribuzionebibliografia
AMBITO CULTURALE
Altre attribuzioniMaestro del 1310
 
OGGETTO
Definizione
TipologiaDittico portatile
 
SOGGETTO
IdentificazioneStorie della Passione di Cristo (Cristo deriso; Flagellazione; Crocifissione)
 
DATI TECNICI
Materia e tecnica
MISURE
Altezza45.5
Larghezza58
 
CRONOLOGIA
Secolosec. XIV
Frazione di secolosecondo quarto
Data1330
Fino a1335
Motivazione cronologiabibliografia
 
 
STATO DI CONSERVAZIONE
Stato di conservazionediscreto
 
RESTAURI
Data2009
SituazionePrestito per un'esposizione
Nome operatoreNahabed Chinellato M.
 
DATI ANALITICI
DESCRIZIONE
Indicazioni sull'oggettoIl piccolo dittico è formato da due tavole di identiche dimensioni legate da piccoli cardini che sembrano ancora quelli originali. Su entrambi i perimetri sono applicate cornicette modanate.
Indicazioni sul soggettoIl dittico presenta una distribuzione asimmetrica dei tre soggetti tratti dalle Storie della Passione, dichiarandosi palesemente come dittico per la devozione privata e la meditazione e orazione sacra, da connettere forse a percorsi claustrali e monastici. La valva reca, sovrapposti verticalmente i due episodi con la Derisione di Cristo e la Flagellazione, ripartire da una fascia di raffinati decori cosmateschi; mentre la valva di destra distribuisce in altezza la scena della Crocifissione. La scena del Cristo deriso, particolarmente concitata, mostra una ricca campionatura di pose e fisiognomiche nelle schiere soldatesche, con elementi di grande raffinatezza nell’utilizzo della lamina d’argento per le armature, nella restituzione delle venature del legno del trono ove siede Cristo e nella decorazione del mantello del medesimo, di estrema ricercatezza e vicino alle raffinate trame seriche a decorazioni geometriche che appaiono nelle opere di Pietro Lorenzetti e Simone Martini. Interessante il grifone nero su fondo rosso che appare sugli scudi dei soldati, che potrebbe rimandare ad una traccia araldica e mettere sull’avvio di una possibile indicazione riguardo alla committenza. Nella Flagellazione sottostante si riscontra la medesima distribuzione per masse e figure abilmente calcolata, con i due aguzzini in posizioni chiastiche che rendono la composizione di grande efficacia; l’elemento iconografico di maggior peso e interesse è la figura femminile inginocchiata davanti a Cristo, ammantata da una veste nera (una vedova ?), velata e senza aureola: dettagli che hanno portato gli studiosi ad identificarla come la possibile committente. Nella scena della Crocifissione, va evidenziato il riferimento, nello svenimento della Vergine, alla medesima scena della Crocifissione di Giotto nel transetto nord della basilica inferiore di Assisi; a Giotto e al cantiere assisiate rimanda anche il particolare iconografico degli angeli che si disperano attorno alla croce.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Notizie storico criticheÈ Roberto Longhi il primo a rendere nota la tavoletta nel corso sulla pittura umbra tenuto all’Università di Firenze tra il 1953 e il 1954 (materiali pubblicati nel 1973), accostandola alla Maestà allora ad Angers e ora nel Musée du Petit Palais di Avignone e coniando il nome di Maestro del 1310, anonimo pistoiese cui si riferiscono affreschi e tavole a Pistoia. Il gruppo creato da Longhi attorno a questo maestro sarà sfrondato nel 1965 da Boskovits, che conia il name-piece di Maestro del Dittico Poldi Pezzoli, confrontando il dittico Cini con quello conservato nella collezione milanese, e individuando correttamente cultura e contesto dell’anonimo, ritenuto uno dei protagonisti della pittura umbra di prima metà del Trecento in contatto con l’ambiente perugino di Meo da Perugia. Silvestro Nessi nel 1976 aggiunge al corpus la grande croce dipinta della chiesa di San Francesco a Trevi, coniando il nome di Maestro della Croce di Trevi e suggerendo una matrice spoletina alla cultura del pittore. Sarà Delpriori (2015; 2016) a condurre gli studi più sistematici e articolati sul pittore e l’ambiente umbro di quei maestri attenti alle novità emergenti dai cantieri assisiati (si veda il giovanile dossale della Pinacoteca Vaticana e il raffronto con la spazialità giottesca), confrontandone la produzione con quella del Maestro di Cesi, ritenuto tra i comprimari nell’area spoletina, tra i pittori che lavorano sui ponteggi di Assisi assieme a Giotto, che sembra aver tracciato la via al nostro Maestro, e del Maestro di Fossa, considerato il miglior allievo del Maestro della Croce di Trevi. Delpriori ritiene inoltre di poter attribuire al Maestro anche una produzione scultorea, identificandolo con il previtalesco Maestro della Croce di Visso: tale identificazione è suggerita dalla sovrapposizione tra il Cristo ligneo di Visso e quello di Campi (oggi Museo Diocesano di Spoleto) che presenta tabelle dipinte di sicura mano del Maestro della Croce di Trevi. Per quanto concerne la cronologia, ricondotta la Croce di Trevi alla metà degli anni dieci, in stretta aderenza con gli affreschi giotteschi del transetto nord della basilica inferiore di Assisi, Delpriori porta la cronologia del Dittico Cini agli anni trenta in ragione della maggiore eleganza e dell’allungamento delle figure, in sintonia con opere del Maestro di Cesi dei medesimi anni e sotto l’influenza di Simone Martini e di Pietro Lorenzetti (si veda la Crocifissione del transetto sud della basilica inferiore di Assisi).
 
 
ACQUISIZIONE
Tipo acquisizionedonazione
Data acquisizione1985
 
CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazione genericaproprietà privata
 
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
FOTOGRAFIE
Generefotografia allegata
Tipofotografia digitale
AutoreDe Fina Matteo
Data2011
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaArchivio digitale Collezioni
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
PosizioneFD 40062 a
Generefotografia allegata
Tipofotografia digitale
AutoreDe Fina Matteo
Data2011
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaArchivio digitale Collezioni
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
PosizioneFD 40062 b
Generefotografia allegata
Tipofotografia digitale
AutoreDe Fina Matteo
Data2011
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaArchivio digitale Collezioni
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
PosizioneFD 40062 c
BIBLIOGRAFIA
Citazione completaM. Meiss, Reflections of Assisi. A tabernacle and the Cesi Master, in Scritti di storia dell’arte in onore di Mario Salmi, a cura di V. Martinelli e F.M. Aliberti Gaudioso, II, Roma 1962, p. 110.
Citazione completaM. Boskovits, Ipotesi su un pittore umbro del primo Trecento, in «Arte Antica e Moderna», 30, 1965, pp. 113-123.
Citazione completaR. Longhi, La pittura umbra della prima metà del Trecento nelle dispense del corso 1953/54 redatte da Mina Gregori, Firenze 1973, p. 22.
Citazione completaV. Markova, Un cofanetto della collezione del Museo di Kiev e alcuni aspetti dell’attività del Maestro del dittico Poldi Pezzoli, in «Paragone», XXXIV, 1983, 397, pp. 3-12.
Citazione completaM. Natale, Museo Poldi Pezzoli. I Dipinti, Milano 1982, p. 143.
Citazione completaC. Fratini, Maestro del Crocifisso d’Argento, voce in La Pittura in Italia. Il Duecento e il Trecento, a cura di E. Castelnuovo, II, Milano 1986, p. 600.
Citazione completaM. Boskovits, Frühe Italianische Malerei, Gemaldegalerie Berlin, Staatliche Museen Berlin, Berlin 1988, p. 120.
Citazione completaF. Todini, La pittura umbra dal Duecento al primo Cinquecento, I, Milano 1989, pp. 404-405.
Citazione completaF. Rossi, in Il Trecento. Umbria, Marche, Italia del Nord. Catalogo della Pinacoteca vaticana. Con un’appendice sui Toscani, III, Città del Vaticano 1994, p. 16, cat. 3.
Citazione completaA. Toscano, Conservato e perduto nella pittura in Umbria. Le “uscite” otto-novecentesche, in Spoleto 1895-1995. Una banca, una città, un territorio, a cura di G. Calzoni e A.C. Rossi, Cinisello Balsamo 1995, pp. 227-230.
Citazione completaP. Di Benedetti, Considerazioni intorno alla croce frammentaria del Museo del Ducato di Spoleto, in «Spoletium», 45, 2008, p. 76.
Citazione completaF. Marcelli, in Giotto e il Trecento. “Il più sovrano Maestro stato in dipintura”, catalogo della mostra (Roma, Complesso del Vittoriano), a cura di A. Tomei, II, Milano 2009, pp. 206-207, cat. 51.
Citazione completaA. Delpriori, La scuola di Spoleto. Immagini dipinte e scolpite del XIV secolo tra Valle Umbra e Valnerina, Perugia 2015, pp. 185-220.
Citazione completaA. Delpriori, in La Galleria di Palazzo Cini. Dipinti, sculture, oggetti d'arte, a cura di A. Bacchi e A. De Marchi, Venezia 2016, pp. 80-85, cat. 13.
MOSTRE
TitoloGiotto e il Trecento. “Il più sovrano Maestro stato in dipintura”
LuogoRoma, Complesso del Vittoriano
Data2009