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DATI ANALITICI |
| DES | DESCRIZIONE |
| | DESO | Indicazioni sull'oggetto | Il piccolo dittico è formato da due tavole di identiche dimensioni legate da piccoli cardini che sembrano ancora quelli originali. Su entrambi i perimetri sono applicate cornicette modanate. |
| | DESS | Indicazioni sul soggetto | Il dittico presenta una distribuzione asimmetrica dei tre soggetti tratti dalle Storie della Passione, dichiarandosi palesemente come dittico per la devozione privata e la meditazione e orazione sacra, da connettere forse a percorsi claustrali e monastici. La valva reca, sovrapposti verticalmente i due episodi con la Derisione di Cristo e la Flagellazione, ripartire da una fascia di raffinati decori cosmateschi; mentre la valva di destra distribuisce in altezza la scena della Crocifissione. La scena del Cristo deriso, particolarmente concitata, mostra una ricca campionatura di pose e fisiognomiche nelle schiere soldatesche, con elementi di grande raffinatezza nell’utilizzo della lamina d’argento per le armature, nella restituzione delle venature del legno del trono ove siede Cristo e nella decorazione del mantello del medesimo, di estrema ricercatezza e vicino alle raffinate trame seriche a decorazioni geometriche che appaiono nelle opere di Pietro Lorenzetti e Simone Martini. Interessante il grifone nero su fondo rosso che appare sugli scudi dei soldati, che potrebbe rimandare ad una traccia araldica e mettere sull’avvio di una possibile indicazione riguardo alla committenza. Nella Flagellazione sottostante si riscontra la medesima distribuzione per masse e figure abilmente calcolata, con i due aguzzini in posizioni chiastiche che rendono la composizione di grande efficacia; l’elemento iconografico di maggior peso e interesse è la figura femminile inginocchiata davanti a Cristo, ammantata da una veste nera (una vedova ?), velata e senza aureola: dettagli che hanno portato gli studiosi ad identificarla come la possibile committente. Nella scena della Crocifissione, va evidenziato il riferimento, nello svenimento della Vergine, alla medesima scena della Crocifissione di Giotto nel transetto nord della basilica inferiore di Assisi; a Giotto e al cantiere assisiate rimanda anche il particolare iconografico degli angeli che si disperano attorno alla croce. |
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| NSC | NOTIZIE STORICO-CRITICHE |
| | NSC | Notizie storico critiche | È Roberto Longhi il primo a rendere nota la tavoletta nel corso sulla pittura umbra tenuto all’Università di Firenze tra il 1953 e il 1954 (materiali pubblicati nel 1973), accostandola alla Maestà allora ad Angers e ora nel Musée du Petit Palais di Avignone e coniando il nome di Maestro del 1310, anonimo pistoiese cui si riferiscono affreschi e tavole a Pistoia. Il gruppo creato da Longhi attorno a questo maestro sarà sfrondato nel 1965 da Boskovits, che conia il name-piece di Maestro del Dittico Poldi Pezzoli, confrontando il dittico Cini con quello conservato nella collezione milanese, e individuando correttamente cultura e contesto dell’anonimo, ritenuto uno dei protagonisti della pittura umbra di prima metà del Trecento in contatto con l’ambiente perugino di Meo da Perugia. Silvestro Nessi nel 1976 aggiunge al corpus la grande croce dipinta della chiesa di San Francesco a Trevi, coniando il nome di Maestro della Croce di Trevi e suggerendo una matrice spoletina alla cultura del pittore. Sarà Delpriori (2015; 2016) a condurre gli studi più sistematici e articolati sul pittore e l’ambiente umbro di quei maestri attenti alle novità emergenti dai cantieri assisiati (si veda il giovanile dossale della Pinacoteca Vaticana e il raffronto con la spazialità giottesca), confrontandone la produzione con quella del Maestro di Cesi, ritenuto tra i comprimari nell’area spoletina, tra i pittori che lavorano sui ponteggi di Assisi assieme a Giotto, che sembra aver tracciato la via al nostro Maestro, e del Maestro di Fossa, considerato il miglior allievo del Maestro della Croce di Trevi. Delpriori ritiene inoltre di poter attribuire al Maestro anche una produzione scultorea, identificandolo con il previtalesco Maestro della Croce di Visso: tale identificazione è suggerita dalla sovrapposizione tra il Cristo ligneo di Visso e quello di Campi (oggi Museo Diocesano di Spoleto) che presenta tabelle dipinte di sicura mano del Maestro della Croce di Trevi. Per quanto concerne la cronologia, ricondotta la Croce di Trevi alla metà degli anni dieci, in stretta aderenza con gli affreschi giotteschi del transetto nord della basilica inferiore di Assisi, Delpriori porta la cronologia del Dittico Cini agli anni trenta in ragione della maggiore eleganza e dell’allungamento delle figure, in sintonia con opere del Maestro di Cesi dei medesimi anni e sotto l’influenza di Simone Martini e di Pietro Lorenzetti (si veda la Crocifissione del transetto sud della basilica inferiore di Assisi). |
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FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO |
| FTA | FOTOGRAFIE |
| | FTAX | Genere | fotografia allegata |
| | FTAP | Tipo | fotografia digitale |
| | FTAA | Autore | De Fina Matteo |
| | FTAD | Data | 2011 |
| | FTAE | Ente proprietario | Fondazione Giorgio Cini onlus |
| | FTAS | Fondo di appartenenza | Archivio digitale Collezioni |
| | FTAC | Collocazione | Fondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte |
| | VDSP | Posizione | FD 40062 a |
| | FTAX | Genere | fotografia allegata |
| | FTAP | Tipo | fotografia digitale |
| | FTAA | Autore | De Fina Matteo |
| | FTAD | Data | 2011 |
| | FTAE | Ente proprietario | Fondazione Giorgio Cini onlus |
| | FTAS | Fondo di appartenenza | Archivio digitale Collezioni |
| | FTAC | Collocazione | Fondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte |
| | VDSP | Posizione | FD 40062 b |
| | FTAX | Genere | fotografia allegata |
| | FTAP | Tipo | fotografia digitale |
| | FTAA | Autore | De Fina Matteo |
| | FTAD | Data | 2011 |
| | FTAE | Ente proprietario | Fondazione Giorgio Cini onlus |
| | FTAS | Fondo di appartenenza | Archivio digitale Collezioni |
| | FTAC | Collocazione | Fondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte |
| | VDSP | Posizione | FD 40062 c |
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| BIL | BIBLIOGRAFIA |
| | BIL | Citazione completa | M. Meiss, Reflections of Assisi. A tabernacle and the Cesi Master, in Scritti di storia dell’arte in onore di Mario Salmi, a cura di V. Martinelli e F.M. Aliberti Gaudioso, II, Roma 1962, p. 110. |
| | BIL | Citazione completa | M. Boskovits, Ipotesi su un pittore umbro del primo Trecento, in «Arte Antica e Moderna», 30, 1965, pp. 113-123.
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| | BIL | Citazione completa | R. Longhi, La pittura umbra della prima metà del Trecento nelle dispense del corso 1953/54 redatte da Mina Gregori, Firenze 1973, p. 22.
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| | BIL | Citazione completa | V. Markova, Un cofanetto della collezione del Museo di Kiev e alcuni aspetti dell’attività del Maestro del dittico Poldi Pezzoli, in «Paragone», XXXIV, 1983, 397, pp. 3-12.
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| | BIL | Citazione completa | M. Natale, Museo Poldi Pezzoli. I Dipinti, Milano 1982, p. 143. |
| | BIL | Citazione completa | C. Fratini, Maestro del Crocifisso d’Argento, voce in La Pittura in Italia. Il Duecento e il Trecento, a cura di E. Castelnuovo, II, Milano 1986, p. 600. |
| | BIL | Citazione completa | M. Boskovits, Frühe Italianische Malerei, Gemaldegalerie Berlin, Staatliche Museen Berlin, Berlin 1988, p. 120. |
| | BIL | Citazione completa | F. Todini, La pittura umbra dal Duecento al primo Cinquecento, I, Milano 1989, pp. 404-405. |
| | BIL | Citazione completa | F. Rossi, in Il Trecento. Umbria, Marche, Italia del Nord. Catalogo della Pinacoteca vaticana. Con un’appendice sui Toscani, III, Città del Vaticano 1994, p. 16, cat. 3. |
| | BIL | Citazione completa | A. Toscano, Conservato e perduto nella pittura in Umbria. Le “uscite” otto-novecentesche, in Spoleto 1895-1995. Una banca, una città, un territorio, a cura di G. Calzoni e A.C. Rossi, Cinisello Balsamo 1995, pp. 227-230.
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| | BIL | Citazione completa | P. Di Benedetti, Considerazioni intorno alla croce frammentaria del Museo del Ducato di Spoleto, in «Spoletium», 45, 2008, p. 76. |
| | BIL | Citazione completa | F. Marcelli, in Giotto e il Trecento. “Il più sovrano Maestro stato in dipintura”, catalogo della mostra (Roma, Complesso del Vittoriano), a cura di A. Tomei, II, Milano 2009, pp. 206-207, cat. 51.
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| | BIL | Citazione completa | A. Delpriori, La scuola di Spoleto. Immagini dipinte e scolpite del XIV secolo tra Valle Umbra e Valnerina, Perugia 2015, pp. 185-220.
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| | BIL | Citazione completa | A. Delpriori, in La Galleria di Palazzo Cini. Dipinti, sculture, oggetti d'arte, a cura di A. Bacchi e A. De Marchi, Venezia 2016, pp. 80-85, cat. 13. |
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| MST | MOSTRE |
| | MSTT | Titolo | Giotto e il Trecento. “Il più sovrano Maestro stato in dipintura” |
| | MSTL | Luogo | Roma, Complesso del Vittoriano |
| | MSTD | Data | 2009 |
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