Gai Antonio - Ercole

 
CODICI
ID Scheda242040
 
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LOCALIZZAZIONE
RegioneVeneto
Provincia
Comune
Contenitore
Denom. spazio viabil.Cannaregio 2079
Collocazione specificaCancello d'ingresso, pilastri
 
AUTORE
Nome scelto
Dati anagrafici1686/ 1769
Motivazione attribuzionebibliografia
 
OGGETTO
Definizione
TipologiaStatua
 
SOGGETTO
IdentificazioneErcole
 
DATI TECNICI
Materia e tecnica
 
CRONOLOGIA
Secolosec. XVIII
Frazione di secoloprima metà
Motivazione cronologiaanalisi stilistica
 
 
STATO DI CONSERVAZIONE
Stato di conservazioneDiscreto
 
DATI ANALITICI
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Notizie storico criticheLe statue di Ercole e Jole, poste sui pilastri del cancello d’ingresso al giardino, sono da annoverare tra i pezzi più interessanti di Antonio Gai (Semenzato) e al contempo quelli di cui si hanno meno notizie a riguardo dei tempi e modi di realizzazione.
La sistemazione attuale si deve all’iniziativa dei Vendramin Calergi (Pedrocco), che furono proprietari dell’edificio dal 1739 al 1844, ma molto probabilmente, come sottolinea Ilaria Mariani in un recente studio (2007), le opere dovevano essere state eseguite per un diverso sito e approdate al palazzo veneziano dopo il 1774. Nello Zibaldon di Tommaso Temanza, che costituisce, per ricchezza e puntualità di informazioni, la fonte coeva più importane per conoscere il percorso artistico del Gai, non si rintraccia alcun cenno a opere eseguite dallo scultore per i Vendramin Calergi, “un’omissione che appare difficilmente spiegabile se non come registrazione di un’effettiva assenza” (Mariani). Pare plausibile dunque che queste opere vadano identificate con quelle che il Gai eseguì, come il Temanza stesso indica, per “H. Corer a Fieso” di identico soggetto e disperse nello stesso periodo in cui venne eretta la cancellata del palazzo veneziano.
La proposta di datazione tra il 1730 e il 1735 appare più che probabile, anche per le affinità stilistiche con opere quali le allegorie di villa Giovanelli a Noventa Padovana (1727-1731) o le statue della chiesa di Udine di Sant’Antonio abate (1735): simile infatti il trattamento dei nudi, la resa della capigliatura e il tipo di panneggio vivace e mosso.
 
 
CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazione genericaproprietà mista pubblica/ privata
 
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
FOTOGRAFIE
Generefotografia allegata
Tipofotografia digitale
AutoreDe Fina Matteo
Data2005
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaFondo Statuaria veneta da giardino
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
PosizioneFD 002588
BIBLIOGRAFIA
Citazione completa- C. Semenzato, La scultura veneta del Seicento e del Settecento, Venezia 1966, p. 132
- F. Pedrocco, Ca’ Vendramin Calergi, Venezia 2004, p. 111
- I. Mariani, in Per un Atlante della statuaria veneta da giardino, III, a cura di M. De Vincenti e S. Guerriero, in "Arte Veneta", 64, 2007, pp. 299-302
 
COMPILAZIONE
CitazioneBonaldo E., Atlante della statuaria veneta da giardino, http://arte.cini.it/statuaria-veneta-da-giardino/Opere/242040, ISBN 978-88-96445-26-6