Bonazza Giovanni - Indios

 
CODICI
ID Scheda145421
 
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LOCALIZZAZIONE
RegioneVeneto
Provincia
Comune
Località
Contenitore
Denom. spazio viabil.via San Marco, 219
Collocazione specificaGiardino, viale
 
AUTORE
Nome scelto
Dati anagrafici1654/ 1736
Motivazione attribuzioneanalisi stilistica
Motivazione attribuzionebibliografia
 
OGGETTO
Definizione
TipologiaStatua
 
SOGGETTO
IdentificazioneIndios
 
DATI TECNICI
Materia e tecnica
 
CRONOLOGIA
Secolosec. XVIII
Frazione di secoloprimo quarto
Data1715
Motivazione cronologiaanalisi stilistica
Motivazione cronologiabibliografia
 
 
STATO DI CONSERVAZIONE
Stato di conservazioneBuono
 
DATI ANALITICI
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Notizie storico criticheVilla Breda, già Villa Contarini-Guastavillani, fu acquistata nel 1859 dall'imprenditore e politico padovano Vincenzo Stefano Breda che la utilizzava come residenza estiva.
Ora appartiene alla Fondazione V.S. Breda che l'ha riportata alla sua originaria configurazione dopo i rimaneggiamenti e le distruzioni novecentesche.
La villa conta attualmente un gruppo di 30 statue, ma la sua notorietà si deve al singolare gruppo raffigurante gli Indios che ne adornano il viale centrale: il ciclo è stato riferito da Semenzato sin dal 1959 a Giovanni Bonazza e datato al 1715, anno in cui lo scultore viene menzionato dai documenti riguardanti la realizzazione delle statue per l’altar maggiore della parrocchiale del paese. Tra i massimi capolavori della statuaria da giardino, il gruppo scultoreo va annoverato tra le creazioni più originali di Giovanni Bonazza che, “come in una mascherata, libera e distribuisce nei viali di questo giardino un’intera tribù di Indiani d’America” (Guerriero, 2005).
Come osservava Semenzato, gli Indios si somigliano tutti, nelle pose caricate e contorte, nei visi rotondi e paffuti, nelle piume che li ricoprono abbondantemente, ma variano, anche se di poco, nelle variazione psicologica dei volti e dei gesti, e integrandosi l’uno con l’altro creano un effetto ricercato di movimento e vivacità all’interno del giardino. Accanto all’evidente senso di umorismo con cui il Bonazza affronta questi soggetti emerge tuttavia anche la partecipazione dell’artista che guarda con bonaria simpatia a queste sue creature.
Questi personaggi esotici sono visti così come se li poteva immaginare chi a inizio del Settecento viveva nel territorio del Brenta e dunque vi è nei loro tratti “un poco di quel mostruoso che gli uomini di tutti i tempi sono soliti assegnare agli esseri che abitano ai confini del mondo a loro noto” (Semenzato, 1959). Per ideare il realistico gruppo l’artista dovette evidentemente ricorrere, rispetto ai consueti repertori iconografici, a fonti diverse.
Sin dall’epoca delle prime scoperte si era sentita l’esigenza di corredare le relazioni dei viaggiatori con illustrazioni che rendessero le descrizioni più esplicite ma è soprattutto dalla metà del Seicento che il tema degli indigeni d’America inizia ad apparire in alcune pubblicazioni e, più tardi, nella produzione teatrale, melodrammatica e artistica veneta.
Il legame con questo filone letterario spiega probabilmente le statue di Ponte di Brenta, che tuttavia forse attingono anche ad alcuni esiti sporadici comparsi in campo teatrale con il quale il ciclo scultoreo dimostra particolari assonanze: fra essi "La finta piazza", opera pubblicata a Venezia nel 1641 e illustrata da stampe di Nicolas Cochin e Valerio Spada, comprendenti celebri balletti di Indiani, e anche "Il Selvaggio eroe", tragicommedia eroico pastorale presentata nel 1707 al teatro di San Grisostomo. Una intonazione simile agli indios di Villa Breda si riscontra nella figura raffigurante “Mezzogiorno” in Villa Duodo Balbi Valier a Monselice (scheda n. 144523).


 
 
CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazione genericaproprietà privata
 
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
FOTOGRAFIE
Generefotografia allegata
Tipofotografia digitale
AutoreDe Fina Matteo
Data2007
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaFondo Statuaria veneta da giardino
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
PosizioneFD 003914
PosizioneFD 003913
PosizioneFD 003912
BIBLIOGRAFIA
Citazione completa- G. Fiocco, Statuaria veneta da giardino, in “Illustrazione del Medico”, n 163, gennaio-giugno 1959, anno XVI, pp. 15-16
- C. Semenzato, Giovanni Bonazza in “Saggi e memorie di Storia dell’Arte”, 2, 1959, pp. 295-298, 309
- C. Semenzato, La scultura veneta del Seicento e del Settecento, Venezia 1966, pp. 53, 120, 123, foto 141-144
- S. Rossi, Giovanni ed Antonio Bonazza e la componente naturalistica nella scultura veneta del Settecento, in “Miscellanea, Quaderni sul Neoclassico”, 3, Roma 1975, pp. 26-27
- La scultura a Venezia da Sansovino a Canova, a cura di A. Bacchi, Milano 2000, p. 704
- L. Camerlengo, Gli dei e i selvaggi. Esempi di scultura nei giardini tra Seicento e Settecento, in Scultura in villa nella Terraferma Veneta, nelle Terre dei Gonzaga e nella Marca Anconetana, a cura di F. Monicelli, Verona 2004, pp. 155-157, 175 note 61 e 62
- S. Guerriero, Scultori foresti alle dipendenze dei Manin (I): Giovanni Bonazza e le statue del giardino di Passariano, in Artisti in viaggio 1600-1750. Presenze foreste in Friuli Venezia Giulia, Atti del Convegno di studi, Udine, 21-23 ottobre 2004, a cura di M. P. Frattolin, Udine 2005, pp. 260-261


 
COMPILAZIONE
CitazioneBonaldo E., Atlante della statuaria veneta da giardino, http://arte.cini.it/statuaria-veneta-da-giardino/Opere/145421, ISBN 978-88-96445-26-6