Anonimo - San Daniele Stilita

 
CODICI
ID Scheda105304
 
RELAZIONI CON ALTRE SCHEDE
Relazioni con altre schede
Altre relazioni
 
LOCALIZZAZIONE
StatoGrecia
Comune
Località
Ripartizione
Contenitore
Collocazione specificaKatholikon, endonartece
 
AUTORE
Nome scelto
AMBITO CULTURALE
Denominazionescuola musiva tardomacedone
Riferimento all'interventoprovenienza costantinopolitana
Motivazione attribuzioneBibliografia
Motivazione attribuzioneanalisi stilistica
 
COMMITTENZA
Data1042/ 1056
NomeImperatore Costantino IX Monomaco e la consorte Zoe
FonteAkolouthia del diacono Niceforo
 
OGGETTO
Definizione
TipologiaMosaico parietale
Identificazioneciclo
 
SOGGETTO
IdentificazioneSan Daniele Stilita
 
CRONOLOGIA
Secolosec. XI
Frazione di secolometà
Data1049
Fino a1055
Motivazione cronologiaDocumentazione
Motivazione cronologiaanalisi stilistica
 
 
STATO DI CONSERVAZIONE
Stato di conservazionediscreto
 
RESTAURI
Data1857
SituazioneRifacimento di ampie porzioni del manto musivo
Data1950-1970
SituazioneConsolidamento e pulitura del manto musivo
Ente responsabileSocietà Archeologica greca
 
DATI ANALITICI
DESCRIZIONE
Indicazioni sull'oggettoCome a suo tempo rilevato dal professore Sergio Bettini, la discontinuità stilista dei mosaici dell'endonartece della Nea Moni rispetto al resto delle decorazioni sarebbe dovuta alla presenza di due cantieri di lavoro: una corrente più austera, vicina allo stile lineare dei mosaici di Hosios Lukas, dalla grafia insistita volta ad una resa stilizzata delle figure, nel nartece; mentre nel naos e nello spazio presbiteriale predominerebbe la corrente di palazzo, dal plasticismo più insistito e dal vigoroso modellato, precorritrice della maniera di Dafni. L'attuale storiografia artistica è più propensa a considerare la paternità dell'intero complesso musivo in relazione ad un unico cantiere, con al suo interno diverse tendenze espressive (provinciali e costantinopolitane), che risultano ad ogni modo perfettamente fuse nella complessità stilistica e formale. Tra le caratteristiche formali evidenziamo: la tavolozza accesa, caratterizzata da una linea di contorno delle figure che tende a dinamizzare la composizione e l'illuminazione ad effetto che sottolinea la geometrizzazione delle forme: stilemi che apparentano i mosaici della Nea Moni alle decorazioni coeve cipriote, macedoni e cappadocene, oltre che ai perduti mosaici del nartece della chiesa della Dormizione della Vergine di Nicea (1065-1067).
Indicazioni sul soggettoIl programma iconografico corrisponde con esatezza alle indicazioni liturgiche e teologiche dello stile classico del periodo macedone, rispondendo alle innovazioni che coinvolgono gli apparati musivi dell'architettura sacra del XI secolo: maggior attenzione alle istanze ascetiche e spiritualizzanti che si concentrano nel tema dell'Incarnazione e risalto ai contenuti eucaristici nella trasposizione in figura del rapporto tra mondo terreno e visione ultraterrena. Nella cupola del naos il Pantocrator è circondato da nove angeli che rimandano alle nove gerarchie angeliche dello Pseudo Dionigi. Nei pennacchi campeggiano serafini e i quattro evangelisti, mentre nelle calotte sottostanti, che ritmano l'ottagono centrale, trovano posto le Feste bizantine e alcune scene della Passione: nella conca absidale è raffigurata la Vergine orante, come nelle chiese palaziali, mentre protesi e diaconico ospitano la Croce a otto bracci e le mezze figure degli Arcangeli Michele e Gabriele. L'esonartece, in migliore stato di conservazione rispetto al naos e al bema, ospita nella cupola la Vergine orante tra santi martiri, uno dei più antichi esempi di questa iconografia, e numerose scene evangeliche.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Notizie storico criticheSecondo quanto raccontato nella Akolouthia di Niceforo, pubblicata a Venezia nel 1804, tre monaci eremiti rifugiatisi in una caverna del Monte Provateion nell'isola di Chios furono i testimoni, sotto il regno dell'imperatore Michele IV (1034-1041), di un evento miracoloso: l'apparizione, tra le fiamme di un roveto ardente, di un'icona mariana. L'impossibilità di condurla altrove per esporla alla pubblica venerazione, spinse i monaci a costruire un sacello sul luogo del miracolo, dove poi sarebbe sorto il Nuovo Monastero (Nea Moni). La costruzione fu finanziata dal patrizio Costantino Monomaco, che, divenuto imperatore nel 1042 secondo quanto gli era stato predetto dai monaci di Chios durante il suo esilio nell'isola di Mitilene, prestò particolare attenzione alle richieste della comunità monastica del Provateion concedendo denaro, esenzioni e benefici attraverso diverse crisobolle. Risulta molto probabile che le maestranze che eseguirono la costruzione e i magistri che si occuparono delle decorazioni musive provenissero da Costantinopoli, data la protezione imperiale che contraddistinse la genesi del complesso.

Bibliografia di riferimento:
- G. Matthiae, I mosaici della Nea Moni a Chios, Roma 1964.
- D. Iliopoulou-Rogan, A Chios, un témoin de l'art Byzantin : l'eglise de la Nea Moni, in "Archeologia", 80, 1975, pp. 23-34.
- C. Bouras, Nea Moni on Chios : history and architecture, Atene 1982.
- D. Mouriki, Les mosaiques de la Nea Moni de Chios, in XXXI Corso di cultura sull'arte ravennate e bizantina, Ravenna 1984, pp. 359-404.
- H. Maguire, The mosaics of Nea Moni : an imperial reading, in Rhetoric, nature and magic in Byzantine art, Ashgate 1998, pp. 205-214.
- J. R. Mulryne, Mimesis and memory in the narthex mosaics at the Nea Moni, Chios, in "Art history", 24, 2001, pp. 323-337.
 
 
CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazione genericaproprietà Ente religioso non cattolico
 
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
FOTOGRAFIE
Generefotografia allegata
Tipopositivo b/n
AutorePericles Papachatzidakis
Data1950/1955
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaCorpus Pericle Papachatzidakis
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
NotePrima del restauro
Formato11.7x17.4
IscrizioniSul retro della fotografia vi è un'iscrizione a penna in lingua francese: "N.M. St Daniel Stylite".
PosizioneSDPP0556
Generefotografia allegata
Tipopositivo b/n
AutorePericles Papachatzidakis
Data1950/1955
Ente proprietarioFondazione Giorgio Cini onlus
Fondo di appartenenzaCorpus Pericle Papachatzidakis
CollocazioneFondazione Cini/ Fototeca Ist. di Storia dell'Arte
Noteprima del restauro, particolare
Formato8.6x11.4
IscrizioniSul retro della fotografia vi è un'iscrizione a penna in lingua francese: "N.M. St Daniel Stylite".
PosizioneSDPP0608
BIBLIOGRAFIA
Citazione completaE. Diez e O. Demus, Byzantine mosaics in Greece. Hosios Lucas and Daphni, Cambridge Massachusetts 1931, pp. 110-111.
Citazione completaS. Bettini, La pittura bizantina. I mosaici, II, Firenze 1939, pp. 18-19.
Citazione completaV. Lazarev, Storia della pittura bizantina, Torino 1967, pp. 150-151.
Citazione completaD. Mouriki, The mosaics of Nea Moni on Chios, I, Atene 1985, p. 79, tavv. 87a e 89a, figg. 241a, 242 e 313c (Papachatzidakis).
Citazione completaT. Velmans, V. Korać, M. Šuput, Bisanzio. Lo splendore dell'arte monumentale, Milano 1999, p. 124.
Citazione completaE. Concina, Le arti di Bisanzio. Secoli VI-XV, Milano 2002, p. 174.